Nella serata del 14 Agosto 2015 presso la chiesa di San Martino, edificio armoniosamente edificato nei sec. XIII/XIV su di una altura nel centro del borgo di Socchieve, si è svolta la conferenza tenuta dalla d.ssa Nadia Danelon, giovane storica dell’arte, la quale ha riportato notizie e curiosità riguardanti gli splendidi cicli di affreschi eseguiti dall’artista carnico Gianfrancesco da Tolmezzo, all’interno dello stesso edificio sacro.

La chiesa che racchiude tra le sue volte queste preziose raffigurazioni affidate al tempo dalle sapienti mani del maestro, uno dei massimi esponenti della pittorica friulana del quattrocento, e firmati dallo stesso in una iscrizione apposta nel 1493 su di essi al loro completamento, accoglie il visitatore che si accinga a raggiungerla facendogli presagire già sul piccolo viottolo in salita, che guida verso il portico di ingresso, quell’alone di sacralità e mistero che poi lo avvolgeranno completamente una volta entrato tra le antiche, ma ancora ottimamente conservate, mura dell’edificio.

Una volta dentro l’impatto è notevole, per certi versi spiazzante.

Si rimane quasi senza fiato mentre si ammirano gli splendidi colori dei dipinti, ancora così vividi e brillanti, che mettono in risalto il disegno perfetto e potente del Maestro, capace di dare vita e sensibilità alle mute figure narratrici di historie, come avrebbe detto Leonardo da Vinci, custodi della storia di questo luogo, fisse e immutabili nel tempo, con la loro grazia e bellezza.

Mediante la meritoria opera di divulgazione di persone come la succitata d.ssa Danelon, studiosa carica di passione, queste opere testimoni di un’epoca colma di  meraviglie, che ci ha lasciato in eredità tesori d’arte e cultura inestimabili, ora ci svelano alcuni dei loro segreti.

La serata è quindi trascorsa più che piacevolmente tra notizie di carattere storico-culturale elargite dalla studiosa, un inaspettato e piacevolissimo intervento da parte dell’editore della rivista “La Panarie” e gli intervalli di carattere sinfonico con le performance molto ben eseguite da quattro giovani e promettenti musicisti.

Un salto nel passato che ha permesso ai fortunati presenti di comprendere, se ancora ci fosse bisogno, quanti tesori nascosti ci siano ancora da rivelare sul territorio di Socchieve, ma poi di tutta la Carnia, che tra meraviglie paesaggistiche e momenti di grande cultura, nulla ha da invidiare a località più blasonate e pubblicizzate.

 

 

 

 

Giuseppe Seminara

Priuso, 16 agosto 2015.